Utp & Npl: incontro sul credito a Roma

UTP è l’acronimo di Unlikely to pay, cioè, in italiano, “Improbabile che paghi”. Si tratta di crediti bancari che possono generare quasi certamente delle inadempienze. Gli istituti di credito ritengono in sostanza improbabile il loro rimborso totale. Tuttavia il debitore non è ancora classificato come insolvente, a differenza di un’altra sigla sempre molto tecnica, cioè NPL, che sta per Non performing loans. In questo caso il debitore viene giudicato insolvente in modo permanente, con credito inesigibile.

Su questi temi, Il Sole 24 Ore ha organizzato a Roma l’incontro Utp&Npl, incentrato appunto sui problemi del credito.

«Abbiamo aperto il cantiere sulle Gacs per essere pronti. Ancora non si avverte l’esigenza di un’attivazione», ma «è un equilibrio dinamico: bisogna vedere come evolverà la situazione nei prossimi mesi, nei prossimi anni. Abbiamo preparato lo strumentario». Questo quanto ha dichiarato in apertura dei lavori Stefano Cappiello, dirigente generale Sistema bancario e finanziario-Affari legali del ministero dell’Economia. E’ stata effettuata, ha aggiunto, «una ricognizione dell’esperienza passata, per registrare la macchina in alcuni punti, e ora siamo pronti». Le Gacs, ha ricordato Cappiello, sono state «un acceleratore fondamentale per il mercato secondario» dei crediti deteriorati, non solo perché il 50 per cento delle operazioni effettuate dal 2017 ad oggi è stato fatto con le garanzie pubbliche, ma anche perché hanno «stimolato la creazione di un mercato secondario favorendo la formazione di figure professionali, la nascita di piattaforme che prima non c’erano e che poi sono state utilizzate anche in operazioni senza Gacs».

Sullo stato di salute dei crediti in Italia «la situazione è buona» e «il tasso di deterioramento è contenuto». «Certo – ha aggiunto – i rischi legati alla situazione geopolitica e all’inflazione sono alti» e quindi «non c’è spazio per compiacimenti e bisogna mantenere la guardia molto alta».

«Il clima è positivo – ha ribadito Cappiello – ma l’incertezza è sempre alta. Bisogna essere sempre pronti».

Il dirigente ministeriale ha ricordato che dopo gli sforzi effettuati negli ultimi anni, oggi «l’Npl ratio Italia è in linea con quello europeo, in alcuni casi è anche migliore e il tasso copertura è prossimo al 50%, superiore alla media europea». 

In tema di crediti deteriorati e Utp il governo vuole che «l’apertura al mercato europeo non comporti abusi o arbitraggi regolamentari». Un’ipotesi è quella di «mantenere il forte presidio sugli operatori e i servicer», creando quindi «un mercato uniforme, ma mantenendo i presidi attuali che devono continuare a funzionare». 

Con l’aumento dei tassi di interesse Bce «la marginalità degli operatori sarà messa alla prova e questo potrà portare a cambiamenti sulla dimensione ideale degli operatori».

Per lo sviluppo futuro del mercato, ha aggiunto, bisognerà «sfruttare le leve dell’It e l’intelligenza artificiale, che potrà dare supporto e fare la differenza». 

Sul fronte Utp, Capiello ha notato che in questi anni sono stati fatti «grandi passi avanti» partendo dalle operazioni di grandi dimensioni. Ora «lo sforzo è continuare in questa direzione rendendo scalabile questo modello operativo anche per Utp più granulari».

A seguire Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena, ha detto: «Siamo una banca molto solida. Se escludiamo UniCredit, siamo quella col patrimonio più alto. Abbiamo coefficienti patrimoniali molto elevati, frutto dell’aumento di capitale e della capacità di generare capitalePartiamo da una situazione decisamente diversa da quella del passato – ha aggiunto – ci sono regole particolari nello stress test, ma siamo molto positivi e riteniamo che lo stress test sia un esercizio molto importante, che peraltro noi facciamo puntualmente».

«In un Paese che sta cercando di cambiare alcuni indirizzi di crescita economica servono banche grandi, che abbiano capacità di fare finanziamenti, dare servizi a costi bassi. Non è una necessità» per noi, «ma credo che in ottica prospettica il mercato italiano debba consolidarsi. Non è questione di Mps – ha aggiunto – la stessa domanda e considerazione deve essere anche sul tavolo di altri player. Poi dove, quando, con chi è un altro tema, ma il tema è che dobbiamo aumentare le dimensioni delle banche italiane». «È una questione industriale – ha concluso.

«Il sistema» bancario italiano «è sicuramente migliorato. Vediamo una situazione abbastanza positiva, ma dobbiamo mantenere la guardia molto elevata su tutte le fasi del credito». E’ quanto ha dichiarato Giuseppe Siani, capo della Vigilanza della Banca d’Italia, intervenendo all’Utp & Npl Summit 2023 del Sole 24 Ore.

«Si dovrà valutare – ha aggiunto – la necessità di adeguare il costo del rischio e le rettifiche perché certamente il futuro è incerto».

«Non posso che ricordare la straordinarietà del processo di derisking avvenuto in Italia».

«Nonostante tutte le critiche alla Vigilanza, soprattutto europea, il nostro ruolo è cercare di anticipare i problemi», ha proseguito, chiedendosi «che cosa sarebbe successo se si fossero affrontare la crisi pandemica e quella geopolitica» con bilanci bancari ancora gravati dal peso degli Npl. Siani ha ricordato che nel processo di derisking «c’è stato un ruolo propulsivo dell’autorità di Vigilanza europea e nazionale», anche perché «a Francoforte si diceva che sugli Npl la strategia del wait and see non era più sostenibile». Siano ha comunque sottolineato che l’autorità «non ha mai privilegiato una forma di recupero» dei crediti «rispetto a un’altra». «L’obiettivo è stato creare un toolkit a disposizione delle banche, non c’è mai stata una preferenza a favore della cessione o della cartolarizzazione rispetto al recupero interno – ha concluso.

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