Pubblichiamo, con piacere, una poesia di Umberto Berardo.
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Non uscirò sul balcone;
sarò invece, nella notte della ragione,
sul punto più alto del paese.
Legherò al vento la bandiera della pace
avvolta sulle mie spalle affaticate
che non reggono più
l’indifferenza o l’assuefazione
sulle tante nefandezze
di chi guarda il male
chiudendo gli occhi
o girandoli dove conviene.
Non voglio neppure
la miopia o lo strabismo
di chi cerca sempre altrove
le cause del male
che mettono radici ovunque
attecchendo con forza
dentro coscienze prigioniere,
malate di egoismo e di potere.
Griderò a lungo,
sui tetti e all’orizzonte,
il cono d’ombra
in cui siamo precipitati,
sempre più orfani degli altri.
Scoprirò l’assoluta inconsapevolezza
di una politica fallimentare
come la nostra marginalità
intenzionalmente ripiegata
nelle sicurezze egoistiche, escludenti,
lontane dai semi dell’amore.
Poi urlerò il lungo elenco
delle azioni non violente,
scriverò nel cielo
il vigore educativo
di una nuova antropologia
che a caratteri cubitali
stampi nei cervelli
un nuovo ordine mondiale
prima che i folli,
fomentando odio,
possano distruggere
questa Terra
che già gronda troppo sangue.
(Umberto Berardo)