Libri, Elsa Emmy racconta il “mondo rosa”

Precorrere i tempi con il coraggio di sfidare i “benpensanti”. Questa è la storia di Franca, che diventa donna sul finire dell’epoca patriarcale. Uno spaccato di società e della condizione femminile, magistralmente descritto dalla catanese Elsa Emmy

“Oggi diciamo con facilità che il mondo è immondo ma non dimentichiamo che, per certi versi, lo è stato e lo era anche prima. Ecco qual è il senso di questo scritto, se si avrà la pazienza di leggerlo adattandosi al variare del lessico che, via via, esprime situazioni estreme e alternanza dei tempi”. Questo un estratto di “Diario di una ragazza per bene”, il nuovo libro di Elsa Emmy, scrittrice e poliedrica artista siciliana, nata a Linguaglossa, alle falde dell’Etna, che si è distinta negli anni per le sue battaglie femministe, per le rivendicazioni degli artisti e dei lavoratori del teatro, nonché per l’impegno nell’associazionismo.  

Edito da Armando Editore, “Diario di una ragazza per bene” è un lungo racconto di eventi che traccia il modo di vivere e di esprimersi di un arco di tempo che affonda le radici nell’800 e si affaccia al III millennio, caratterizzato da uno stile narrativo innovativo, evidenziando stati d’animo e linguaggi appartenenti a momenti temporali distanti tra loro.

L’autrice ripercorre lo svolgersi di un’infanzia felice, quella di Franca, la protagonista del romanzo, sul finire dell’epoca patriarcale, a cui seguono poi le difficoltà della crescita di una ragazza che si fa donna nel primo dopoguerra, con l’esigenza di precorrere i tempi. Un comportamento condannato dai “benpensanti”. Ma la frequentazione di una società gaudente, porta Franca a dare una svolta estrema alla propria vita«Con questo romanzo ho voluto rappresentare un nuovo genere femminile, che si scontra con i pregiudizi perbenisti e con la falsa morale dell’ambiente sociale del Sud negli anni cinquanta, quando ancora l’onore della donna consisteva nel preservare l’integrità delle parti intime».

L’autrice racconta il modo di vivere di oltre 50 anni fa, immaginando di raccontare il diario di una ragazza che diventa donna, intrecciando in quelle pagine i suoi stessi ricordi di bambina, mescolati a fantasie, in modo da integrare la parte mancate che precede quei particolari anni.

«Questa narrazione, – spiega Elsa Emmy – è lo spaccato di un’epoca che abbraccia vari momenti storici, portando alla trasformazione sociale della famiglia patriarcale. Verranno poi i pericoli e i disagi determinati dalla guerra e, con la sua fine, gli albori di una nuova società. Il mio stile, in genere saggistico, qui è stato “tentato” dall’estrazione surrealistica che, in alcuni periodi, mi ha suggerito l’utilizzo della punteggiatura e della fraseologia in modo eterodosso». Una scelta stilistica precisa, attraverso la quale Elsa Emmy intende evidenziare lo stato d’animo di chi scrive (Franca o l’autrice stessa) e catturare l’attenzione del lettore tramite la trasgressione lessicale, pur attingendo a quei codici un po’ snob dei “ragazzi bene” degli anni ’50.

La protagonista del romanzo avrebbe oggi la stessa età dell’autrice e, nel suo diario, scrive di chiamarsi Franca. Nome che potrebbe anche non coincidere con la sua reale identità ma essere il sinonimo di libera, aperta, esplicita, schietta, sincera. «Nelle ultime pagine, che sono il finale di quella giovane vita, vi è l’ansia di trovare una logica allo sviluppo disordinato di una personalità contraddittoria. I tempi sono accelerati da ritmi parossistici probabilmente perché ho voluto dare il senso, anzi, l’idea, della conclusione di una buffa/tragica pantomima qual è una storia di vita se la vuoi vivere a modo tuo in un tempo degradato che non è il tuo».

Libera da vincoli di “genere”, Elsa Emmy indaga i percorsi dell’anima, rimanendo attenta ai fenomeni dei tempi da lei vissuti. Nello stesso “Diari di una ragazza per bene”, infatti, l’autrice descrive anche personaggi della sua prima giovinezza, quando scoppiò, come lei stessa dice, una “terza guerra mondiale” fra modelli di conformismo provinciale e di evoluzione del comportamento, importato anche dagli alleati. E da allora, sottolinea la Emmy, molte cose sono accadute: sono crollati muri, è stata decapitata la mafia, è morta la Lira…

Elsa Emmy nasce a Linguaglossa, alle falde dell’Etna. Vive a Catania. È scrittrice, pittrice e scenografa-costumista. Ha pubblicato saggi e racconti; ha al suo attivo circa 80 “personali” e partecipazioni in varie parti del mondo, presso istituzioni e musei, a mostra di gruppo, di “libri d’artista”, installazioni, poesia visuale, performances, nonché scenografie prodotte per i maggiori teatri di Catania. Per diversi anni è stata nella redazione del quotidiano La Sicilia, attualmente è collaboratrice di riviste culturali (scrive articoli, recensioni, interviste).Noti giornalisti e critici d’arte hanno scritto di lei sulla Stampa e l’hanno intervistata nei Networks internazionali. Sulla sua attività artistica e letteraria sono state discusse quattro tesi di laurea (Accademia BB.AA. di Catania, Università di Palermo, di Roma, di Firenze).

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