La deputata di Italia Viva (ex Leu) Giusy Occhionero, molisana di Campomarino (Campobasso), è indagata per falso. Avrebbe fatto passare il Radicale Antonello Nicosia, poi arrestato per mafia, per suo assistente, consentendogli di entrare nelle carceri.
Si tratta dell’ulteriore sviluppo nell’inchiesta della procura di Palermo sui colloqui in carcere con i boss. La deputata, eletta alle ultime elezioni con Leu in Molise e poi passata con Italia Viva di Matteo Renzi (con non poche polemiche in Molise) è indagata dai pm siciliani per falso in concorso. Secondo le accuse, avrebbe fatto passare il Radicale Antonello Nicosia, poi arrestato per mafia, per suo assistente, consentendogli di entrare nelle carceri.
Il rapporto di collaborazione tra i due, però, sarebbe stato formalizzato solo successivamente.
Alla parlamentare è stato notificato un avviso di garanzia. Al suo collaboratore, Antonello Nicosia, viene invece contestato il concorso in falso aggravato.
È proprio il ruolo dell’ex assistente della parlamentare ad inguaiare la deputata molisana, dopo che il 4 novembre scorso il Ros dei carabinieri e il Gico della Guardia di Finanza avevano arrestato, su disposizione della procura del capoluogo siciliano, Antonello Nicosia e il boss di Sciacca, Accursio Dimino, accusati di associazione mafiosa, Luigi e Paolo Ciaccio e Massimiliano Mandracchia per favoreggiamento.
Nicosia – già direttore dell’Osservatorio internazionale dei diritti umani, ed eletto nel comitato nazionale del XVII congresso dei Radicali italiani – secondo i pubblici ministeri avrebbe veicolato all’esterno messaggi provenienti da mafiosi detenuti nei penitenziari sparsi in Italia.
Accessi molto più agevoli, con meno controlli, se fatti insieme a un parlamentare della Repubblica che ha tra le prerogative anche quella di potere effettuare accessi nelle carcere senza alcun preavviso.