Tutti contro Cottarelli: Spending review? Tagli lineari



ROMA – Renzi, con una buona dose di furbizia, ha già compiuto un mezzo passo indietro dicendo che sarà il governo a scegliere come applicare la spending review, elaborata da Carlo Cottarelli. “Il commissario ci ha fatto un elenco, ma toccherà a noi a decidere – ha sottolineato il presidente del Consiglio per spegnere i principi d’incendio. Una conferma di come il governo abbia accolto con distacco il programma di Cottarelli viene anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti. “Il governo deciderà le cose che vuole fare”.
La contestazione mossa da più parti al lavoro del commissario alla revisione della spesa (che per questo lavoro sarebbe pagato 2.200 euro al giorno, secondo il quotidiano Il Tempo) è motivata dalla logica adottata, quella dei “tagli lineari”. Niki Vendola l’ha definito senza mezzi termini “Piano Grecia”. Se possono avere senso le misure destinate a ridurre i costi della politica o la proposta di accorpare i Comuni con meno di 5mila abitanti, ben diversa è la mannaia che si scaglierebbe contro la sanità, le forze dell’ordine, il welfare e gli enti di ricerca.
Proprio su quest’ultimo punto si concentrano con particolare forza le critiche unanimi che vengono mosse dai sindacati, che ribadiscono “la contrarietà a qualsiasi ipotesi che contempli interventi di soppressione in particolare degli enti pubblici di ricerca già pesantemente colpiti e penalizzati”. In una nota congiunta, Flc Cgil, Fir Cisl e Uil Rua sottolineano la propria preoccupazione che “l’interesse manifestato per la ricerca scientifica dal premier Matteo Renzi nel documento ‘La svolta buona’, in cui vi è la proposta di raddoppiare il credito d’imposta per i giovani ricercatori, possa avere un carattere più che altro simbolico e fittizio”.
Nel documento sui tagli alla spesa presentato alla Presidenza del Consiglio, vi sarebbe infatti la previsione di soppressione di una ventina di enti pubblici tra cui Ice (commercio estero) Enit (turismo), Isfol (formazione) e Aran (contratti pubblici) e la “razionalizzazione”, attraverso fusione ed accorpamenti, di un’altra ventina di strutture, in particolare enti di ricerca. E’ previsto il taglio delle sedi periferiche di Prefetture, Agenzia delle Entrate, Cnr e Soprintendenze.
Ben riassume Cristiano Fiorentini, dell’esecutivo nazionale Usb pubblico impiego: “Come da copione, la spending review targata Cottarelli rimane perfettamente in linea con le politiche dei governi precedenti, che a partire da Berlusconi hanno preso di mira la ricerca pubblica. Il comparto ricerca, già sottodimensionato rispetto a qualsiasi altro Stato europeo, in Italia ha un enorme problema di carenza di fondi ordinari ed un tasso altissimo di precarizzazione, con 10mila precari su 30mila addetti complessivi. Ma, ancora una volta – denuncia Fiorentini – si ripropone il tema della soppressione degli enti o del loro accorpamento. È un piano miope quello che viene proposto – incalza Fiorentini – perché, nell’ambito dell’intollerabile ulteriore attacco alla pubblica amministrazione, affossa definitivamente uno dei settori che dovrebbero essere al centro del progetto di rilancio del Paese”..
Dello stesso tono una nota congiunta di Flc Cgil, Fir Cisl e Uil Rua: “Come al solito la soluzione al problema è l’esternalizzazione e la cancellazione del sistema della ricerca pubblica. Il continuo disinvestimento nella ricerca e la continua messa in discussione del suo ruolo e della sua utilità per il Paese servirà forse a ‘rivedere la spesa’ ma le conseguenze sul fronte occupazionale, sociale ed economico saranno decisamente negative per il Paese”.

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