CHIAUCI (ISERNIA) – Devozione, sentimento di profonda compassione e pietà per la morte del figlio di Dio, sono alcune sensazioni che i fedeli hanno potuto rivivere durante la messa di domenica 13 Agosto, celebrata da Sua Eccellenza, Monsignor Domenico Angelo Scotti, Vescovo di Trivento, con la presenza di Don Pietro Paolo Monaco, parroco di Chiauci e di Pescolanciano, in occasione della benedizione per l’esposizione permanente della copia fedele della Sacra Sindone disposta nella chiesa madre di Chiauci, San Giovanni Apostolo.
La riproduzione presente nella comunità di Chiauci è una copia a grandezza naturale della Sacra Sindone conservata presso il Duomo di Torino. A donarla è stato il cavalier Arnaldo Di Lonardo, chiaucese di nascita ma residente da molti anni a Torino. Il dono, concesso dal Priore dell’Ordine dei Cavalieri della Spada e del Silenzio alla parrocchia di Chiauci, per mezzo del Commendatore di Lonardo, è il riconoscimento alla memoria della signora Nerina di Lonardo (moglie del signor Arnaldo), per l’impegno profuso negli anni a favore dell’ospedale delle Molinette e delle opere caritatevoli che contraddistinguono l’azione dei Cavalieri. La preziosità di questo riconoscimento è rappresentata dal fatto che finora solamente un’altra copia è stata consegnata alla Cappella Reale costruita nel 1502 dai Savoia in Chambéry, luogo in cui l’originale era stato conservato prima di arrivare nel capoluogo piemontese, dove attualmente l’Ordine custodisce la reliquia.
Monsignor Domenico Angelo Scotti, Vescovo della Diocesi di Trivento, durante l’omelia ha ricordato ai fedeli come sia importante in questo particolare momento storico per tutti noi, dove si rischia di lacerare l’esperienza umana permanentemente, avere dei riferimenti chiari e con valori cattolici sempre presenti, che siano i paletti fondanti dell’uomo e come il dolore di Cristo, rappresentato dalla Sacra Sindone, sia presente in ognuno di noi.
Il sindaco Egildo Di Pilla ha posto l’accento che la tela consacrata rappresenta per la comunità chiaucese un momento prestigioso: “Un evento importante, non soltanto dal punto di vista della Fede. La mia speranza è che i chiaucesi siano capaci di attirare anche interessi che vanno oltre l’aspetto religioso”.
Il 23 agosto si è tenuto un convegno, dove si è dibattuto sulla storia del lenzuolo funerario. Il Sindaco, Egildo Di Pilla ha affermato come sia fondamentale concentrare le risorse per permettere un utilizzo dell’opera che possa rappresentare un valore aggiunto anche sotto l’aspetto turistico. Il parroco di Pietrabbondante, don Leonardo, ha spiegato dettagliatamente il percorso storico della Sacra Sindone. Ha permesso ai presenti di avere esaurienti delucidazioni, che supportati da un’ampia presentazione d’immagini e slides, Don Leonardo ha mostrato, tra molto interesse, curiosità e hanno consentito anche una fonte di scambio con diversi quesiti, moderati dal dott. Silvio Rossi.
La tela non è soltanto unica nel genere, ma è una leva strategica per il futuro di Chiauci, in grado di contribuire allo sviluppo del paese stesso in Italia e all’estero.
L’avvenimento è stato un momento molto atteso e importante per la comunità ecclesiastica di Chiauci, piccolo paese dell’Alto Molise, che ha potuto vedere il telo sepolcrale di colui che soffrì, venne trafitto ai polsi e ai piedi e crocifisso diede la vita per salvarci. Una visione che deve appartenere ed essere compresa da tutti.
Le risorse in Molise esistono, ma molto spesso non sono viste agli occhi degli altri come qualcosa di grande valore e abbiamo la fortuna di possedere un patrimonio inestimabile che ci rende unici.
L’auspicio rimane quello di perseguire un concetto di crescita vero basato sulla conoscenza delle bellezze artistiche, storiche e religiose. Sono molti i molisani che s’impegnano per questo, quotidianamente e lo fanno anche sotto forma di volontariato. Sebbene intuizione, creatività e filantropia rappresentino tre aspetti che costituiscono il fulcro delle qualità del nostro Paese, molto spesso non sono sufficienti. Occorre non disperdere queste risorse e che sia presente una politica del territorio più attenta alle piccole realtà locali.
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