LA NOTA / E il Cavaliere infilza la corte smarrita di Santoro



L’attesa puntata di “Servizio Pubblico” con l’animata presenza di un Berlusconi redivivo (per i tanti che hanno prematuramente festeggiato la sua scomparsa) ha reso chiaramente manifesti soprattutto i limiti di certi guru del “pensiero sinistro”, infarciti di un delirio di onnipotenza (e onnipresenza).
Il cavaliere di Arcore, pur saturo di argomentazioni contumaci, è riuscito comunque a tener testa alle corte di Santoro. Dimostrando soprattutto tutte le sue capacità mediatiche e vincendo alla grande la Corrida negli studi di Cinecittà.
Disarmante la pochezza delle due giornaliste, rimbrottate dallo stesso conduttore per i facili assist al grande comunicatore. Dragoni ha proposto un argomento già discusso precedentemente. Travaglio, pur sfornando un grande editoriale, è rimasto spiazzato dalla reazione del Cavaliere. Mentre Santoro ha confermato tutti i suoi limiti caratteriali.
Amaramente, si può concludere: meglio un Berlusconi intervistato dalla sua infinita corte di pennivendoli, che lo rendono ormai prevedibile, rispetto ad un Berlusconi “stimolato” dagli storici idoli di certa sinistra, che oltre ad avergli assicurato fortune passate rischiano paradossalmente di garantirgliene anche nel futuro. Il cavaliere, nonostante i 76 anni, grazie ai geni della sinistra continua a dimostrare perché riesce a stare sulla scena politica da un ventennio.

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