Come funziona il “Fondo Kyoto”, risorse per privati ed enti pubblici



Sul piatto seicento milioni di euro di finanziamenti per realizzare interventi di efficienza energetica, piccoli impianti ad alta efficienza per la produzione di elettricità, calore e freddo, ma anche impiegare fonti rinnovabili in impianti di piccola taglia (biomassa, eolico, fotovoltaico, idroelettrico, solare termico) e promuovere tecnologie innovative nel settore energetico.
Si tratta del cosiddetto “Fondo Kyoto”, finalizzato al finanziamento di misure di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, finalizzate all’attuazione, appunto, del protocollo di Kyoto. Il fondo è denominato “rotativo” perché alimentato attraverso le rate di rimborso delle erogazioni concesse. Presso la Cassa depositi e prestiti, ai sensi della legge finanziaria 2007, è istituito questo fondo “rotativo”, con un ammontare complessivo di circa seicento milioni di euro, una durata dei finanziamenti compresa tra tre e sei anni (tra tre e quindi anni per i soggetti pubblici) con tassi agevolati grazie ad un interesse dello 0,50%.
Le domande di accesso devono essere compilate esclusivamente on-line, previo accreditamento in una sezione del sito della Cassa depositi e prestiti, il beneficiario deve recarsi quindi presso una delle banche aderenti alla convenzione Abi-Cdp per gli ulteriori adempimenti e la stipula del contratto di finanziamento.
Per favorire la fruizione capillare delle risorse è stata offerta a tutto il sistema bancario la possibilità di operare con la Cassa depositi e prestiti. Le banche aderenti rilasciano la comunicazione dei parametri di affidabilità economico finanziaria e la fideiussione bancaria, possono concedere un finanziamento per la quota parte del costo totale del progetto non coperta dal finanziamento agevolato, stipulano il contratto di finanziamento agevolato e raccolgono la documentazione necessaria all’erogazione.
La circolare Kyoto fornisce il necessario dettaglio delle procedure da seguire e della documentazione da presentare ai fini dell’ammissione ai finanziamenti agevolati relativi al Primo Ciclo di Programmazione da 200 milioni di euro.
Il fondo Kyoto è stato recentemente presentato a Roma dai ministri dell’Ambiente, Corrado Clini, dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, dal presidente e amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini, e dal direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini.
Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha spiegato che dal Fondo Kyoto “immaginiamo un effetto moltiplicatore per un investimento stimato per almeno il doppio”. Questo grazie al meccanismo di cofinanziamento. “Si tratta di un meccanismo a sportello con un format semplice e una procedura di approvazione riferita al format – ha specificato Clini, sottolineando che i seicento milioni sono a disposizione “tutti e da subito”. Ha quindi aggiunto il ministro: “Stiamo creando un volano che
a sua volta dovrebbe trascinare altri investitori”.
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha aggiunto: “Questo Paese ha bisogno di un piano energetico nazionale, che non può essere risolto dai piani energetici regionali”, un piano inscritto in “una dimensione europea”, un piano “che si realizza attraverso una leale collaborazione”, con “la capacità di individuare delle strategie credibili”. Un fondo che “è un passo importante per ridefinire e rilanciare una politica energetica di segno innovativo in questo Paese – dice Errani – andando anche oltre il ragionamento astratto delle competenze”. In Italia “veniamo da un’esperienza che ha luci ed ombre, in relazione al tema del sostegno delle fonti rinnovabili – evidenzia Errani – abbiamo drogato troppo il meccanismo inizialmente, e quando ce ne siamo accorti – e uso il ‘noi’ perchè siamo l’Italia – abbiamo fatto qualche intervento non proprio appropriato, per usare un eufemismo: dobbiamo trovare la misura”. E allora, per trovare la misura “c’e’ bisogno di una ridefinizione della politica energetica al 2050, sottolinea. In tutto ciò, il Fondo per Kyoto è “un provvedimento che attendeva l’attivazione dal novembre 2008” ed e’ “un buon esempio di due cose fondamentali di cui ha bisogno questo Paese” – conclude, e cioè “di investimenti per l’innovazione” e di “un’idea articolata di collaborazione”, dimostrata in questo caso da Governo, Cassa depositi e prestiti e Abi.
Come funziona il fondo? Possono accedervi cittadini, condomini, imprese (tra cui le Esco – Energy Service Company), persone giuridiche private (comprese associazioni e fondazioni), soggetti pubblici. I finanziamenti sono a tasso agevolato (0,50% annuo) per una durata massima di sei anni (quindici per i soggetti pubblici), rimborsabili in rate semestrali. Le banche aderenti potranno concedere un finanziamento per la quota parte del costo totale del progetto che non è coperta dal finanziamento agevolato.
Le domande di ammissione al finanziamento agevolato possono essere presentate dal 15° giorno successivo alla data di pubblicazione della Circolare Kyoto sulla Gazzetta ufficiale (cioè da 2 marzo scorso). Il termine ultimo è il 135° giorno. Le domande devono essere compilate esclusivamente on-line, previo accreditamento all’interno di un’apposita sezione del sito della Cassa depositi e prestiti, nel quale è anche disponibile una “Guida alla compilazione della domanda di ammissione
all’agevolazione”.
Informazioni: www.cassaddpp.it/cdp/Areagenerale/FondoKyoto/index.htm.

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