Rischio eolico in Molise: interviene anche Federico Orlando



ROMA – Federico Orlando, giornalista d’origini molisane (braccio destro di Montanelli) ed ex parlamentare, interviene sul caso dei “rischi eolici” in Molise. Lo fa in risposta ad una lettera, firmata con uno pseudonimo (“Nicola Monforte”), spedita al giornale che dirige, “Europa Quotidiano”.
Scrive Orlando: “Ho visto anch’io, l’ultima volta due anni fa, lo scempio che si sta facendo in tutti i sensi di questa ex “isola felice”, come essa stessa si autodefiniva quando si riteneva immune dalla peste della droga e dell’invasione mafiosa. A suo tempo, furono i carabinieri a dimostrarmi che l’isola felice non c’era. E ai carabinieri io credo, tutte le volte che posso. Spero perciò che i loro dossier, com’erano pieni dell’infelicità dell’isola qualche lustro addietro, siano oggi pieni della nuova infelicità da ambientalismo e dei relativi costi, sprechi, speculazioni”.
Orlando cita l’inchiesta sull’inchiesta realizzata dal quotidiano “Il Messaggero”. “Per me, che conosco a memoria ogni immagine del Molise, è stata una coltellata quell’immagine del paese (non so perché il giornale non ne abbia fatto il nome nella didascalia, che manca) che scende dalla collina, a sua volta non più delimitata dal confine del cielo ma da una fila di pale giganti: avanguardia della futura “popolazione” del Molise, dove, come titola il giornale, i pescecani dell’eolico e la camorra si spartiranno una torta da 4 miliardi di euro.
Il miraggio del nuovo business – aggiunge nel sommario – riguarda 90 comuni su 136, ci sono una cinquantina di ricorsi al Tar, che dovrà pronunciarsi fra un mese per Sepino (dove l’antica città sannita e romana, Altilia, è stata riportata alla luce interamente negli anni della prima repubblica: pianteranno le 16 torri previste anche nel teatro e sulle porte della città?). La speranza è che il Tar definisca “prescrittivo” e non solo programmatico l’articolo 9 della Costituzione, che afferma: «La Repubblica tutela il paesaggio»; e quindi dichiari incostituzionali le autorizzazioni già concesse, che nel Molise sono contestate da una cinquantina di ricorsi. Ma intanto gli «sviluppatori» cercano terreni e allettano sindaci”.
Orlando evidenzia anche Pietrabbondante, “dove esiste il teatro sannitico-romano più alto dell’Appennino, e unico per le gradinate scavate nella roccia secondo criteri anatomici – scrive il giornalista. Qui sono previste 10 pale.
“Basti citare questi due nomi, Sepino e Pietrabbondante, per dire con quale ottusa insensibilità i pescecani si avventano dove soffia il vento – continua Orlando. “Il valore di ogni progetto approvato è di 5 milioni di euro, la compensazione ai comuni che accettano si aggira sui centomila euro. L’ineffabile Consiglio di stato ha appena affermato che la società delle pale può metterle a dimora, visto che i vincoli successivamente apposti dalla Soprintendenza del Molise non possono inficiare la procedura prima seguita dall’impresa. Summum jus summa iniuria, dicevano i romani. Ma il consiglio di Stato non ha il dovere di ricordare il latino. Io spero invece che lo ricordi la ministra Prestigiacomo, che è di Siracusa e somiglia a un dipinto della Magna Grecia. So che in questi giorni ha molte ambasce, unica ad aver avuto il coraggio di scontrarsi in consiglio dei ministri con Tremonti (sacerdote dell’Erario). Può almeno lei, ministra eretica come (quasi) tutte le donne, dire una parola contro i farisei?”.

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