TARTUFI/ Sarà una stagione record



TARTUFI/ Sarà una stagione record

ROMA – Grazie alle abbondanti piogge delle scorse settimane, è prevista un’annata da primato per il tartufo bianco, la cui raccolta ha già preso il via in molte regioni. Dal 15 novembre comincerà quella del tartufo nero pregiato.
Grazie alla copiosa pioggia dei mesi scorsi, oltre alla quantità record e all’ottima qualità, ci sarà il vantaggio di prezzi in forte discesa. Se lo scorso anno la quotazione media era di 2.500 euro al chilo quest’anno dovrebbe attestarsi sugli 800-900 euro al chilo.Ad assicurare ciò, tra gli altri, è la Tuberass, associazione nazionale che raduna numerosi imprenditori del tartufo, commercianti del settore e cercatori. 
La crisi economica non ha avuto grandi cosneguenze sugli imprenditori del tartufo, perché, come spiega Ernesto Di Iorio, imprenditore di Sant’Elena Sannita (Isernia) che ha una delle principali aziende meridionali di raccolta, conservazione e trasformazione dei tartufi, “chi ha i soldi e si può permettere i prodotti di eccellenza la crisi non la sente. Una leggera flessione c’é stata invece per il tartufo più economico, quello nero estivo che si raccoglie dal primo di giugno al 31 agosto”.
Di Iorio è balzato agli onoro della cronaca lo scorso anno per aver raccolto due maxitartufi da record. Uno, del peso di un chilo e 80 grammi, l’ha donato a Telethon in occasione dell’asta internazionale per beneficienza dedicata al tartufo italiano organizzata ogni anno da Giselle Oberti in collegamento con Dubai e Macao. Lo scorso anno il maxitartufo se l’é aggiudicato per 200mila dollari un miliardario cinese. Di Iorio spiega anche il segreto per essere un buon “cacciatore dei tartufi”.
“Esperienza innanzitutto – sottolinea l’imprenditore molisano. “Il cercatore deve essere bravo e deve anche avere un buon cane”.
Per Di Iorio questo sarà un anno da record per il tartufo italiano e, soprattutto, “l’anno del riscatto dopo le ultime stagioni deludenti”.
Il tartufo bianco è un’esclusiva italiana. Ecco perché, evidenziano gli operatori del settore, andrebbe valorizzato dai nostri governanti, come vero ambasciatore del cibo “made in Italy”.

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