I soldi per la Bit (e quelli per la Tac)



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Nei giorni scorsi è stato aperto, sul lago di Garda, il primo tratto della “Garda by bike”, una suggestiva pista ciclabile, tra le più spettacolari d’Europa dal momento che in alcuni tratti è sospesa sulle scogliere scoscese. Costruita in legno e acciaio a 60 metri sopra il lago, larga 2,6 metri, sta riscuotendo un enorme successo proprio perché unisce una mobilità leggera e non inquinante con la possibilità di vivere emozioni sicuramente indimenticabili. Il tutto, tra l’altro, può essere usufruito in modo gratuito dai cittadini.
Mentre al Nord regalano quest’ulteriore gioiellino ai turisti, nel Molise un povero disgraziato è vittima di una doppia situazione sanitaria da terzo mondo, tra apparecchi che non funzionano e ambulanze che mancano. Un biglietto da visita ideale per potenziali villeggianti che volessero trascorrere una spensierata vacanza – ma senza ammalarsi – nel territorio molisano.
C’è poco da scherzare: dal Molise – more solito – arrivano cattive notizie che inficiano ulteriormente l’immagine già non proprio idilliaca della regione.
Da giorni il dibattito regionale sul fronte turistico è caratterizzato dalla lotta tra Guelfi e Ghibellini sull’opportunità o meno di essere presenti alla Bit di Milano. Mentre l’assessore regionale al turismo, Cotugno, ha anticipato la decisione di risparmiare un bel po’ di soldi e di dirottarli altrove (forse nello stesso Molise, sul modello di altri eventi tra Isernia e Campobasso), nella litoranea Termoli la pensano in modo diverso, palesando dati positivi che sarebbero anche frutto della precedente partecipazione alla Bit (ma nemmeno un approfondito sondaggio potrebbe confermare la conseguenzialità tra i due fenomeni).
Fatto sta – questo il punto – è che in ballo c’è un bel mucchietto di soldi da investire. Non più verso l’algida Milano perché a quanto pare sarebbe un percorso senza “ricadute”, secondo i ritrovati sovranisti. Meglio quindi, onorando l’economia circolare, lasciarli nello stesso Molise. La proposta che va per la maggiore è quella di organizzare una sorta di Bit molisana (o, più prosaicamente, “alla molisana”). Cioè lasciare i soldi ai fornitori della regione, che poi sono anche elettori. Resta un “però”: ma promuovere il Molise ai molisani non ricorda l’abusato raffronto della vendita dei frigoriferi agli eschimesi? Anche perché calamitare schiere di fruitori dell’evento da fuori regione appare un po’ irrealistico dal momento che non si riescono a portarvi nemmeno i turisti.
Ma il sostanzioso contributo regionale per la trasferta meneghina evidentemente fa gola anche lungo la costa, dove qualcuno giura che l’aria della fiera milanese faccia bene anche al Molise (anche se in pochi se ne sono accorti, specie dalle parti di Isernia e Campobasso).
Timidamente una proposta: perché con una minima parte di quei soldi non si opta per l’acquisto di qualche nuova ambulanza e di una macchina (funzionante) per la Tac?

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