Ristorazione: i consigli per ripartire

Per il mondo della ristorazione, l’emergenza Covid-19 si è tradotta nella chiusura totale degli esercizi, senza sapere quando potranno tornare a lavorare e con quali modalità. È plausibile pensare che verrà imposta una limitazione di coperti, per ridurre la vicinanza delle persone e il numero totale dei clienti presenti in una stanza, con una conseguente riduzione delle possibili entrate. 

Intanto si moltiplicano le iniziative per provare a rilanciare il settore.

La Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) sta supportando gli imprenditori che in questo periodo di chiusura hanno deciso di avviare il servizio di consegna a domicilio dei pasti.

Una meritoria iniziativa sviluppata con il supporto della startup pOsti, è Ristoacasa.net, vetrina digitale già attiva e a disposizione di tutti gli esercizi (ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie) che vorranno usufruirne per fornire agli utenti le informazioni necessarie alla richiesta del servizio di consegna a domicilio: telefono, indirizzo, sito internet, tipologia di cucina e fascia di prezzo.

Questo strumento consente di individuare tutti i locali che fanno delivery, soprattutto quelli che decidono di gestirlo con i propri mezzi sfruttando le risorse umane aziendali ed evitando, per evidenti ragioni di economicità, di appoggiarsi a fornitori esterni. Il servizio permette agli utenti di circoscrivere l’area di ricerca dei ristoranti e individuare quelli presenti ad una distanza definita dalla propria abitazione. La prenotazione di un pasto a domicilio, di un gelato o di un prodotto di pasticceria potrà essere effettuata tramite contatto diretto con il ristorante.

“A causa delle misure restrittive in vigore per contrastare l’epidemia da Covid-19, il food delivery è diventato un servizio particolarmente apprezzato dai consumatori e per molti ristoranti è l’unico modo per tenere in piedi l’attività. Il lancio della piattaforma Ristoacasa va proprio in questa direzione – dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe .

Vogliamo supportare gli imprenditori a sviluppare al meglio il servizio a domicilio, dando visibilità anche a chi per la consegna conta sulle proprie forze, magari impiegando in questo servizio il personale attualmente inutilizzato. Per questo invitiamo tutti gli imprenditori che vedono nel delivery un’opportunità per la propria azienda ad utilizzare sin da subito questo nuovo strumento. Come Federazione sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione delle imprese alle misure di sicurezza raccomandate dalle autorità sanitarie in un momento difficile come questo”.

I NUMERI DEL FOOD DELIVERY:

Come noto il DPCM dell’11 marzo ha imposto l’obbligo di chiusura delle attività di ristorazione con la sola eccezione della consegna di cibo a domicilio. Da un’indagine del Centro Studi Fipe si rileva che Il delivery non è ancora un business per tutti ma che le potenzialità di sviluppo nell’ambito della ristorazione tradizionale non mancano, vediamo perché. Tra gli imprenditori della ristorazione tradizionale, per intenderci quelle con il servizio al tavolo e una vocazione gastronomica focalizzata sulla cucina italiana e/o regionale, solo il 5,4% era già in grado, al momento dell’entrata in vigore del decreto, di fornire un servizio di food delivery.  Il 10,4% si è subito attivato per svilupparlo mentre il restante 85% ha affermato di non avere intenzione di muoversi in questa direzione. Nel quadro di una situazione che resta drammatica il 40% dei ristoratori segnala una buona crescita della domanda di cibo a domicilio. Tra coloro che hanno dichiarato di non essere interessati al food delivery, e che pertanto hanno chiuso l’attività, il 35,5% ritiene di non avere i mezzi necessari per farlo mentre il 64,5% pensa che in questa situazione non sia economicamente sostenibile.

La nuova situazione generata dalle limitazioni agli spostamenti cambia in maniera sostanziale l’approccio con il food delivery sia per i fruitori abituali che per quelli saltuari o addirittura per quelli che mai ne avevano fruito. Secondo il Centro Studi Fipe, tra gli utilizzatori saltuari del periodo pre covid-19, il 24% da quando è iniziata la crisi ha fatto ordini almeno 1 o 2 volte, così come il 53% di coloro lo aveva utilizzato solo poche volte. Tra quelli che prima non l’avevano mai utilizzato poco meno del 10% ha iniziato a farlo. Il minor ricorso al food delivery, invece, è essenzialmente dovuto ad un maggiore impegno degli intervistati a cucinare a casa (69%), un consumatore su quattro lo fa per timore del contagio e il 14% per risparmiare. Per quanto riguarda le preferenze sui piatti, tra chi utilizza ancora oggi il food delivery, il 68% ordina soprattutto pizze, il 26% preferisce piatti tipici della cucina italiana e il 22% va sul classico hamburger con patatine. Da questi risultati si evince come il servizio a domicilio sia molto apprezzato dai consumatori e che, data la situazione attuale, il freno principale è il timore per la sicurezza alimentare.

“La ripresa sarà difficile per tutti, ma alcune categorie, come quelle del turismo e della ristorazione, faticheranno più di altre, poiché dovranno fare i conti con le paure delle persone, che continueranno a temere il contagio ancora per un po’ di tempo, e con probabili limiti imposti dalla legge, al fine di tutelare la salute pubblica – spiega Andrea Lisi, imprenditore e docente di marketing all’accademia Master Restaurant. “Per riuscire a sopravvivere a questa profonda crisi, i ristoratori dovranno necessariamente diventare degli imprenditori. Questo vuol dire che, oltre ad offrire un ottimo servizio e cibo eccellente, dovranno imparare a valutare gli scenari economici, e agire di conseguenza, cercando di anticipare ciò che il cliente vorrebbe. Bisogna investire nella propria reputazione, mettendo in atto i necessari strumenti di marketing, che consentano di intercettare la domanda. L’obiettivo di una buona strategia di marketing è quello di trovare nuovi clienti, portarli a spendere di più e farli ritornare”.

Per sostenere tutti i ristoratori in difficoltà, Master Restaurant ha pubblicato in rete un podcast di formazione gratuito con le indicazioni di Andrea Lisi, disponibile a questo link.

Il sito web deve essere necessariamente performante, ovvero, essere facilmente raggiungibile dal pubblico potenziale, e trasformare l’utente in un cliente che venga davvero a mangiare nel nostro locale. Valutane ogni aspetto, dalla grafica ai contenuti testuali, dalla velocità di caricamento alla facilità di accedere alle informazioni essenziali, fino all’usabilità da dispositivi mobili. Chiedi, poi, aiuto ad un amico, un famigliare o un cliente affezionato. Chiedigli di accedere al sito e fagli delle domande chiave, alle quali dovrà rispondere con sincerità: Dal mio sito, si capisce perché dovresti scegliere proprio me?
Riesci ad accedere al menù o a prenotare un tavolo, o chiedere informazioni in 2, massimo 3 click?
Riesci a trovare facilmente i contatti, sia da pc, sia da smartphone?

Le foto presenti sul sito, sono professionali e ti fanno venire voglia di venire ad assaggiare i miei piatti? Se la risposta è sì a tutte le domande, il sito va bene così, altrimenti utilizza questo tempo per modificarlo. Ricorda che dovrai necessariamente prevedere almeno queste sezioni: menù con pagina dedicata, orari e location, mappa che mostri dove ti trovi e indicazioni per raggiungerti, e la pagina dei contatti con telefono, e-mail e collegamenti ai profili social. 

Utilizza i social per farti conoscere e attirare i clienti: Facebook e Instagram

Quando sarà possibile riaprire, pianifica dei post sponsorizzati su Facebook, o, meglio ancora, campagne professionali in cui è possibile targetizzare più precisamente il pubblico, ottimizzando il budget, magari proponendo anche promozioni riservate a chi segue le tue pagine. Potresti anche fare delle “promo del giorno”, invitando gli utenti a venire da te a pranzo o a cena in un determinato giorno, per usufruire di uno sconto o ricevere un regalo (un dolce speciale, un aperitivo di benvenuto…). Campagne avanzate di questo tipo fruttano ritorni medi del +350% netto, cioè, consentono di triplicare l’investimento iniziale, anche al netto dei costi pubblicitari e della materia prima. Le campagne e le sponsorizzazioni dei post su Facebook hanno un costo tutto sommato molto basso. Per renderle più efficaci e non buttare soldi, delineate bene il target al quale vi rivolgete. Per chiunque lavori nel settore food, è fondamentale essere anche su Instagram, ma ricorda che per questo social network, se vuoi avere successo devi prevedere dei contenuti più emozionali. Gli scatti devono essere molto belli e studiati, gli impiattamenti curati e cercare di rendere le foto evocative dei punti di forza del ristorante e del territorio. Per chi non ha ancora un pubblico numeroso e fidelizzato, è importante usare la scorciatoia delle campagne con post e storie sponsorizzate, che saranno veramente efficaci solo se includono una proposta unica e una strategia più sofisticata di acquisizione clienti. 

Piattaforme per prenotazioni e cibo da asporto: The Fork e JustEat

Anche essere presenti su The Fork o JustEat, se si fa anche il servizio di consegna a domicilio, è un’eccellente vetrina, ma il costo in questi casi è maggiore. La strategia più intelligente, per chi è in una zona servita da queste app, è esservi presenti per approfittare dell’attuale aumento delle richieste di cibo d’asporto, avendo, però, già pronte delle offerte per “disintermediare” appena possibile, incentivando i clienti a fare i prossimi ordini direttamente dal sito o dalla pagina Facebook del ristorante, promettendo qualcosa in più (ad esempio consegna gratis, omaggio, buono sconto). 

Impara a raccontare i tuoi piatti e riscrivi il menù in ottica copywriting

Forse ti sembrerà assurdo applicare le tecniche utilizzate per la pubblicità alla stesura di un menù, ma non è affatto così. Potenzia le descrizioni di ogni singolo piatto per “venderlo” meglio ancora prima che arrivi l’addetto sala a prendere l’ordine, o per far venire voglia di provarlo a chi lo sta leggendo sul tuo sito. Mentre sei chiuso, potresti condividere sui tuoi profili social dei brevi video, rigorosamente sotto i 2 minuti, nei quali racconti i piatti speciali del tuo ristorante, mostri alcune fasi della loro preparazione e il risultato finale.

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