L’annuncio del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 è una notizia che può rappresentare un punto di svolta del conflitto Russo-Ucraino. Si rischia, infatti, che la crisi del gas dal piano delle tariffe e delle sue speculazioni si trasferisca su un piano più strategico militare di attacco all’Europa. Non abbiamo certezze assolute su chi sia il committente o l’esecutore materiale di questo atto visto che tutte le parti in gioco, tranne l’Europa, hanno un minimo di interesse dai riflessi di questa situazione. Con certezza sappiamo solo che non è un incidente casuale e che i danni potrebbero mettere fuori gioco per lungo tempo l’infrastruttura fino a richiederne l’intera sostituzione con tempi di rimessa in esercizio molto lunghi.
In realtà la preoccupazione maggiore che abbiamo è che lo scenario della guerra possa drammaticamente cambiare, ovvero che questo episodio non resti isolato ma sia solo l’inizio di una nuova pagina del conflitto con l’allargamento del teatro di guerra all’intera Europa. Sebbene ci si sia finora concentrati sull’eventualità di una crescente minaccia nucleare, non è da escludere un’escalation in grado di mettere in ginocchio interi sistemi economici e sociali dei paesi europei senza usare armi radioattive, semplicemente portata attraverso attacchi mirati e sabotaggi alle infrastrutture critiche come gasdotti, oleodotti, reti di trasporto di energia elettrica o di fibra ottica, specialmente reti sottomarine e, pertanto, più difficilmente controllabili. Se questa ipotesi dovesse diventare realtà, potremmo ritrovarci di colpo e per mesi senza reti di trasmissione dati e senza approvvigionamento di gas.
Le conseguenze produrrebbero degli shock inimmaginabili sui sistemi economici dei paesi e dell’Europa in generale.
Non sarebbe neanche più un problema di prezzo del gas perché, una volta terminate le riserve negli stoccaggi, il gas sarebbe esaurito. Intere città al buio, al freddo e sistemi industriali in tilt, disordini sociali e scontri: la rappresentazione stessa del caos. Proiezione distopica o potenziale realtà? Qualche anno fa anche solo immaginare questi scenari avrebbe suscitato grasse risate e ilarità, come del resto quello di immaginare gli italiani segregati in casa per mesi per una pandemia. Eppure, l’abbiamo visto, la realtà ha superato la più fervida immaginazione.
L’Italia ha molte di queste infrastrutture strategiche da cui dipende la vita quotidiana di tutti noi e del suo sistema produttivo. Siamo fiduciosi che l’allerta del nostro sistema di difesa e la vigilanza della Marina Militare sui percorsi di queste infrastrutture strategiche abbia già raggiunto i massimi livelli in modo da scongiurare anche la minima possibilità che un attacco come quello nel Mar Baltico possa avvenire nel Mediterraneo
(Carlo Cosimi – Presidente ANRA)