Scuole, confermata riapertura in Lazio e Molise. Ma a che serve il Cts?

La riunione d’urgenza con il Cts, il Comitato tecnico-scientifico, indetta dal ministro Speranza sulla riapertura delle scuole in presenza domenica 17 gennaio alle ore 11 ha confermato che da lunedì 18 gennaio nel Lazio e in Molise si rientrerà in classe. Nonostante i diffusi timori di docenti, genitori e studenti, già rilevati in numerosi sondaggi (Riviste “Tecnica della scuola” e “Orizzonte scuola”, sito “Skuola.net”, Inapp, petizione Unsic, ecc.).

Insomma, si riprende, nonostante rispetto a settembre i casi quotidiani siano oltre 15mila (il 14 settembre erano stati 1.008) e il numero dei decessi ogni giorno sia intorno a quota 500 (il 14 settembre erano 14). E nonostante siamo nel pieno di una campagna vaccinale, tra l’altro con problemi di riduzione dei vaccini. La stagione invernale non aiuta: impossibile arieggiare i locali e malanni di stagione in arrivo, accentuati indubbiamente dalla nuova mobilità studentesca.

Si prevedono, in realtà, giorni “caldi” per la scuola: non mancheranno agitazioni per un nave avviata verso ulteriori tempeste. Del resto non è chiara nemmeno la politica del governo in proposito: bisogna rafforzare la prudenza o si può rischiare? La scelta sulle scuole induce a pensare alla seconda linea. Del resto spiazza anche il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, che ad un giornale ha dichiarato “Servirebbe il lockdown totale” e poi avalla l’apertura delle scuole?

A questo punto una domanda: ma a che serve questo Comitato tecnico-scientifico, già tanto criticato?

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