“SmallTalk”, il Molise conquista Cinecittà

È stata una piacevole sorpresa l’evento conclusivo dei tre anni di “SmallTalk”, il format tv che ha dato voce e, in un certo senso, sostanza e identità, alle bellezze non solo dei borghi molisani, ma anche ad una serie di personalità del mondo del cinema, dell’arte e della letteratura legate al Molise.

Il “party”, com’è stato denominato dagli organizzatori, in testa Charles Papa e Fatima Fraraccio, s’è svolto nella Sala Cinema del Centro sperimentale di cinematografia a Cinecittà, a Roma, location certamente in linea con gli obiettivi soprattutto artistici dell’iniziativa.

Padrone di casa un molisano doc, Gabriele Antinolfi, dal 2015 direttore della Cineteca nazionale del Centro sperimentale di cinematografia, dopo esserne stato per sei anni direttore della Divisione Editoria.

Tanti i giovani sindaci, gli assessori, i delegati comunali, con buona e speranzosa rappresentanza di donne, che hanno portato testimonianza del rilevante “assortimento” culturale del territorio molisano, articolato nei 136 municipi in maggioranza di piccoli e affascinanti borghi svuotati dall’emigrazione ma ancora “condensati di eccellenze” storiche, enogastronomiche, artigianali, frutto di una presenza umana ancora particolarmente armonizzata con i ritmi naturali. Il pullman che ha condotto le istituzioni locali a Roma, parcheggiato in bella mostra proprio all’ingresso del Centro sperimentale di cinematografia, su via Tuscolana, ha rappresentato una sorta di vessillo dell’iniziativa con la sua scritta “Molise Bus” a caratteri cubitali.

Il pomeriggio ha offerto innanzitutto il film con la sintesi delle dieci puntate del format: interviste a decine di “testimonial” del territorio, ognuno sorta di prezioso tassello di un mosaico ideale, qualche iconica e suggestiva immagine di una ventina di borghi molisani animata dai protagonisti della musica, della danza, dell’artigianato. Tra i primari punti di forza dello “SmallTalk” va inclusa certamente l’attenzione alla cultura locale, quell’antica e profonda erudizione molisana che troppo spesso resta morfologicamente isolata, talvolta addirittura emarginata da quel pragmatismo di dna contadino e pastorale che ha segnato per millenni il territorio. Un’attestazione efficace perché sposa il nuovo e l’antico, le voci dei rapper con i suoni primitivi e intriganti della zampogna di Spedino Moffa, la danza contemporanea nello scenario del castello di Tufara, il jazz nel panorama mozzafiato dalla morgia di Pietrabbondante, altissimo Molise.

Il racconto è stato il leit-motiv del pomeriggio, con una performance di livello offerta dall’attore Stefano Sabelli nell’omaggio poetico alla sua terra, ma anche la testimonianza del cammino quasi trentennale dei marciatori guidati da Giovanni Germano che solcano annualmente un lembo di questo scrigno appenninico affascinante nel suo restare tenacemente selvaggio, fino ai tanti cantori e musicisti, come Roberto Barone o Mimmo Fasano, che hanno spaziato in timbri e generi esportati in tutto il mondo e ovviamente agli attori o ai protagonisti di quel mondo del cinema che da sempre include protagonisti con sangue molisano (Castellitto, De Niro, Elio Germano, Alessandra Mastronardi, i fratelli Muccino, Serena Rossi, ecc.), presenti alla serata, tra i tanti, Giorgio Careccia (“Io non ho paura” di Salvatores), Luca Manes (docente di montaggio al CSC), Luca Mastrogiovanni (sceneggiatore dell’ultimo Carlo Verdone), Armando Pizzuti (casting director).

Unico neo: scarsa la rappresentanza dei “non molisani”, in quanto il Molise va fatto conoscere soprattutto a loro, ai tanti che ne ignorano persino l’esistenza, non conoscendo nella maggior parte dei casi addirittura la strada per raggiungerlo da Roma. Meritorie, allora, le parole della presentatrice dell’evento, Alessandra Laterza, romana da sette generazioni, libraia nella difficile realtà del quartiere capitolino di Torbellamonaca. Le sue lodi per la regione valgono più di qualsiasi consumata frase di circostanza dei vertici regionali. Per fortuna, nota positiva, assenti ad un’iniziativa che ha visto protagonisti principalmente tanti giovani emersi con l’impegno e il sacrificio personali.

Dolce nota di chiusura: il buffet. I formaggi di Frosolone e i dolci di Trivento su tutto. Il Molise del domani deve ripartire da qui.

(Giampiero Castellotti)

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