Puntare sulla produzione di energia pulita e rinnovabile, creando impianti che possano integrarsi al meglio nel territorio e con le attività economiche locali. Questo l’obiettivo di Miaenergia, azienda del settore energetico guidata da Primiano Calvo, direttore anche di SVILUPP.A.R.E, associazione di categoria degli Sviluppatori di energie rinnovabili, nata con l’obiettivo di aprire il dialogo con le Istituzioni su questi temi.
Recentemente Miaenergia ha presentato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica “Solare Poggio Imperiale-Neoen”, un innovativo impianto agrivoltaico, che sorgerà in agro di Poggio Imperiale (Foggia), coprendo un’area di 39 ettari.
Un sistema agrivoltaico è un sistema complesso, essendo allo stesso tempo un sistema energetico ed agronomico. Questo significa che, rispetto ad un usuale impianto fotovoltaico a terra, presenta una maggiore variabilità nella distribuzione in pianta dei moduli, nell’altezza dei moduli da terra, e nei sistemi di supporto, oltre che nelle tecnologie fotovoltaiche impiegate, al fine di ottimizzare l’interazione con l’attività agricola realizzata all’interno del sistema.
La copertura fotovoltaica presenta notevoli vantaggi per l’agricoltura, non solo in termini di produzione di energia green. La presenza dei pannelli, infatti, garantisce una protezione alle colture dai fenomeni climatici avversi, come grandine, gelo, forti piogge, ma anche in caso di eccessiva radiazione solare, la protezione riduce le possibilità che si verifichi stress idrico, garantendo una riduzione della evapo-traspirazione delle colture. Quest’ultimo aspetto è particolarmente apprezzabile in condizioni climatiche come quelle presenti nell’area di progetto, caratterizzate da scarsa piovosità, soprattutto nei periodi più caldi dell’anno, e temperature elevate nei mesi estivi.
Le specifiche del progetto lo rendono non solo efficiente in termini di produzione, ma lasciano anche ampio spazio per le attività seminative, ponendo pochi limiti all’esecuzione delle normali operazioni agricole. L’idea progettuale alla base, infatti, è quella di dare continuità alle coltivazioni erbacee ordinariamente presenti, mantenendo un avvicendamento fra le colture tipiche dell’area, ma introducendo elementi di miglioramento ed ampliando il numero di specie impiegate.
In questo modo è garantita la presenza degli ordinamenti tradizionali e il know-how dei gestori del terreno relativamente alle produzioni che saranno eseguite.
Fra le colture realizzabili considerate le caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche del sito, si citano sicuramente: cereali autunno vernini, colture industriali, leguminose da granella e da foraggio. La proposta progettuale, nello specifico, è rappresentata dal presente avvicendamento di durata quadriennale:
1) pomodoro;
2) cereale autunno vernino (grano duro/avena);
3) favino;
4) cereale autunno vernino (grano duro/avena) + pisello proteico da sovescio.
Con questo impianto sarà possibile evitare la pratica del ristoppio e garantire una maggior copertura al suolo nel corso dell’anno. È, inoltre, previsto l’utilizzo di pratiche agronomiche e di lavoro conservative della fertilità e della sostanza organica dei suoli ed il mantenimento di strisce di vegetazione spontanea al di sotto delle aree sottese ai pannelli, che costituiranno corridoi ecologici utili all’entomofauna e alla biodiversità.
“Con questo progetto puntiamo a raggiungere la massima efficienza non solo per la produzione dell’energia, ma anche per la resa delle coltivazioni – commenta Primiano Calvo. “Il nostro punto di partenza è il rispetto del territorio, della sua biodiversità, e delle tradizioni e delle caratteristiche dell’economia locale, consentendone un upgrade. Il nostro impianto prevede l’integrazione di tecnologie di agricoltura di precisione per il monitoraggio delle produzioni e l’ottimizzazione nella distribuzione di mezzi tecnici, e introduce colture arboree gestite secondo le tecniche più moderne all’interno della fascia perimetrale”.