Università di Pisa: il Molise tra le regioni a maggior interesse naturalistico

Il professor Lorenzo Peruzzi in Abruzzo

“Abruzzo, Valle d’Aosta e Molise sono regioni di particolare interesse naturalistico poiché mostrano una ricchezza floristica autoctona superiore all’atteso e una aliena inferiore. Parola di Lorenzo Peruzzi, professore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e direttore dell’Orto e Museo Botanico dell’Ateneo, secondo cui, invece, “Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna mostrano problemi di conservazione potenzialmente gravi a causa alle invasioni biologiche, poiché in queste regioni tali rapporti sono invertiti. In particolare, la Toscana mostra livelli di ricchezza floristica solo lievemente inferiore all’atteso. Ciò significa, semplificando, che in questa regione vi sono più o meno tante specie native quante era lecito attendersi sulla base dell’ampiezza del suo territorio, ma anche purtroppo molte più aliene dell’atteso”. I dati, frutto di uno studio approfondito e qualificato coordinato dallo stesso professor Peruzzi, sono stati pubblicati sulla rivista Plants.

“Abbiamo costruito un dataset di 266 flore di varie estensioni, da minuscoli isolotti come Stramanari in Sardegna ai circa 302mila km2 dell’intero territorio nazionale, e poi applicato la Relazione Specie-Area per l’intera flora vascolare italiana, per le sole specie native e per le sole specie aliene – aggiunge Marco D’Antraccoli, curatore dell’Orto Botanico dell’Università di Pisa – in questo modo siamo riusciti a valutare, per ogni flora, se il numero di specie censito fosse al di sopra o al di sotto dei valori attesi per l’area del territorio in esame”.

“L’utilità di questo studio va oltre il poter confrontare in modo oggettivo la ricchezza floristica delle varie regioni italiane, ricavandone una sorta di ‘classifica’ – conclude Lorenzo Peruzzi – Infatti, per la prima volta abbiamo ricavato delle costanti specificatamente calibrate per il territorio italiano che consentiranno d’ora in poi agli studiosi di calcolare agevolmente il numero di specie di piante vascolari attese per una data area”.

Oltre a Lorenzo Peruzzi e Marco D’Antraccoli, hanno collaborato alla ricerca Francesco Roma-Marzio, curatore dell’Erbario del Museo Botanico dell’Università di Pisa, Fabrizio Bartolucci e Fabio Conti dell’Università di Camerino, e Gabriele Galasso del Museo Civico di Storia Naturale di Milano.

Se Liguria, Friuli Venezia-Giulia e Trentino-Alto Adige sono le regioni più ricche di flora in Italia, il problema è che tanta ricchezza comprende presenze record di specie aliene

Bene, invece, sul fronte delle specie aliene Basilicata, Valle d’Aosta, Molise, Calabria e Puglia perché sono le più povere di questi “infestanti”. Al contrario, le regioni più ricche di specie aliene sono Liguria, Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto.

In ambito ecologico, all’aumentare dell’area disponibile, aumenta anche il numero di specie. Pertanto, quando si parla di ricchezza floristica, non basta riferirsi al numero di specie presenti, ma bisogna anche tenere conto dell’ampiezza del territorio. Il fenomeno, modellizzabile con funzioni matematiche, è noto col nome di Relazione Specie-Area (acronimo SAR, Species-Area Relationship, in inglese) ed è sullo studio di questa relazione nella flora italiana che si è basata la ricerca, come spiega il curatore.

Articoli correlati