L’Antitrust e Google



In questi tempi grami una risata è salutare soprattutto quando la comicità è di gran classe. Prendete quei mattacchioni dell’Antitrust. Hanno messo su uno spettacolo che al confronto Beppe Grillo fa la figura di un guitto da circuito parrocchiale.
Sulla scena appare il Grande Fustigatore di Monopolisti. Sulle prime, dorme russando rumorosamente, un rivolo di bava agli angoli della bocca. Poi si desta con uno scatto e balza urlando a squaciagola di aver scoperto che in Italia si e’ creata una posizione dominante nel settore dell’informazione. E tutti giù a sghignazzare. La platea in visibilio. Le signore che annusano sali per non svenire dallo scompiscio.
Poi il colpo di gran classe, il vero tocco di genio che può esprimere solo la nostra magnifica tradizione teatrale che va da Plauto a Dario Fo, passando per la commedia dell’arte.
Le luci si attenuano e l’attore incalza: “Lo sapete chi è questo marrano, questo farabutto, questo cinico delinquente che osa abusare della propria posizione dominante nel settore dell’informazione? Che subdolamente inganna l’Italia del fare con le sue viscide manovre? Con i suoi servi, i sicari mediatici che distruggono gli avversari? “
Qui una pausa che solo un grande interprete può riuscire a dosare, mentre l’eco dell’indignazione suscitata da queste parole aleggia tra il pubblico. E poi, travolgente si riversa sulla platea la rivelazione ferale! Il colpevole viene smascherato con un gesto ieratico: è Google ad aver ucciso l’informazione in Italia, a raccontare panzane ogni sera, ad influenzare l’opinione pubblica sfruttando la propria posizione di monopolio.
Si Signori, proprio Google. Ma non solo Google Italia. No signori miei !!! Google Inc. quella con sede a Mountain View. Gli Americani !!!!!! Forse con la complicita’ della Cia !!! E’ Google la Spectre internazionale che ha deciso di cloroformizzare la coscienza civile gli Italiani. Di nascondere i fatti, di occultare le verità sul governo, di impedire le intercettazioni. Addirittura si vocifera che Google vorrebbe querelare i giornali (non solo in Italia, ma addirittura in tutto il mondo, fino in Papuasia, se necessario) che non si piegano al proprio delirio di onnipotenza.
A questo punto si accende sul palco un grande schermo e dietro gli attori rimbalzano le immagini di Vespa, Fede, Feltri, Minzolini, Belpietro, Ghedini, Ferrara. Il pubblico si sganascia, implorando “basta, basta vi prego”. E il sipario cala mentre Il Grande Fustigatore di Monopolisti in abito da Pulcinella si prostra e si inchina.

(Fabio Scacciavillani)

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