La soluzione 33%



Milena Gabanelli ha proposto di tassare il prelievo del contante al 33%. Proviamo ad immaginare cosa succederebbe se si decidesse di implementare una tale misura. Il giorno stesso che venisse presentato il disegno di legge (senza nemmeno aspettare la presentazione in Parlamento) milioni di risparmiatori si precipiterebbero a ritirare i tutti i risparmi dalla banca. Siccome non siamo in Inghilterra dove i depositanti facevano disciplinatamente le fila a Northern Rock, sapendo che il contante in cassaforte è limitato (nonché il capitale delle banche) ci sarebbero degli assalti come quelli ai forni di manzoniana memoria.
Tutte le banche fallirebbero (anzi per meglio dire, ne sarebbe certificato lo stato di bancarotta in cui già molte di loro si trovano) e il sistema creditizio verrebbe assorbito dalle organizzazioni criminali a cui il contante non manca e che si accontenterebbero di un 15-20% sulle transazioni in contanti. Molte delle imprese legali chiuderebbero i battenti per mancanza di credito. Quelli che fossero stati più lesti (o più robusti) a ritirare i risparmi sarebbero costretti a rivolgersi alle uniche istituzioni finanziarie in piedi (per quanto illegali) gestite dagli uomini d’onore, mentre tutti gli altri (presumibilmente la maggioranza) i cui risparmi fossero rimasti nei bilanci, ormai virtuali, delle banche, si troverebbero nullatenenti.
Per le varie mafie sarebbe un grandissimo impulso al giro d’affari e un magnifico colpo pubblicitario. Già immagino lo spot di Matteo Messina Denaro che recita lo slogan: “Siamo meno ladri dello Stato”.

(Fabio Scacciavillani – 18 aprile 2012)

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