“Riconteggi”. E’ un termine improvvisamente diventato quasi quotidiano in questi ultimi giorni nei dati relativi ai contagi e ai decessi per coronavirus, che la Protezione civile diffonde ogni giorno intorno alle 18.
La novità sostanziale è che dal 25 giugno la comunicazione dei dati a livello nazionale viene distinta tra positivi in seguito a diagnosi o dopo esecuzione di screening per gli anticorpi. Tuttavia su molti dati sarebbe opportuno qualche chiarimento, perché la parola “riconteggio” da sola non basta. Anzi, accende confusione.
Il caso più emblematico in Trentino-Alto Adige: nella provincia di Trento, il “riconteggio” assegna 387 contagiati in più. Domanda scontata: come mai prima non sono stati conteggiati? In passato, analoghe integrazioni sono avvenute in diverse regioni, ad esempio in Abruzzo o in Toscana, probabilmente a seguito di “accumulo” di dati vecchi. Sembra quasi che in alcuni casi i dati vengano accorpati e poi “sfornati” tutti insieme, annullando il valore della quotidianità. Ma ciò accresce qualche perplessità sui numeri di ogni giorno, che potrebbero in sostanza subire futuri “ritocchi”.
Oggi, ad esempio, nelle province di Piacenza (-116), Reggio Emilia (-88), Modena (-78), Bologna (-52), Rimini (-42), grandi “ribassi”. Ex contagiati che improvvisamente spariscono dai conteggi. Così in Toscana: “bacino” svuotato nelle province di Firenze (-333), Livorno (-83), Prato (-45), Grosseto (-36), Arezzo (-21), Lucca (-19), Siena (-14), Massa Carrara (-2), mentre Pistoia si ritrova con 62 contagiati in più, Pisa con 25 in più. Analoga discesa nei conteggi nelle province di Genova (-338), Imperia (-84), Savona (-57) e La Spezia (-42). Anche dal calcolo di Roma e provincia “spariscono” 107 contagiati, mentre crescono nelle province di Latina (+49), Frosinone (+38), Viterbo (+27) e Rieti (+14). Anche in Abruzzo si rinnova il “saliscendi”: provincia di Teramo più 154, Pescara più 42, mentre Chieti scende di 202 e L’Aquila di 21. Ma quanti sono realmente i contagiati?