In memoria di Rino Palomba di Poggio Sannita (Isernia)

Apprendere, ieri mattina, che il nostro carissimo Rino ci ha lasciati ha spezzato il cuore di tutti noi. Benché fossimo al corrente della gravità delle sue condizioni di salute, via via aggravatesi, non potevamo e non volevamo credere ad una così struggente notizia. Non c’è preparazione che tenga al cospetto di una realtà così drammatica e sconvolgente. Lo è per noi, immaginiamo quanto di più lo sia per voi carissimi Carmelina, Nicole, Michele e parenti tutti. A voi tutto il nostro affetto. Permettetemi un abbraccio particolare a Luciano, con Pia e i figli. Luciano e Rino due amici più che fratelli, ammirevoli, legatissimi in una indissolubile osmosi.
Oltre gli amici più stretti, chiunque di noi ha un ricordo, un episodio, una circostanza, un racconto particolare che lo legava a Rino perché, al di là dei luoghi comuni, lui è stato veramente l’amico di tutti. Basta aprire i social che da ieri sono pieni di post e foto dedicati da amici e conoscenti, ben al di fuori di Poggio. Un’onda di commozione ed emozione che ha travolto tutti.
Che faremo senza la sua presenza quotidiana “…sempre mmiezz a la via”, al bar, in piazza, ovunque e di cosa parleremo senza sentirlo nei suoi discorsi, accalorarsi su argomenti che svariavano dalla magica Roma, alla politica; dalla sopravvivenza del nostro paese alla sua storia, cultura e tradizioni; dalla partita a carte, alle chiacchiere sul mondo dello spettacolo; dalle discussioni con gli amici tassinari “…che z’ fà a Roma?” a quelle sul mondo agricolo ed enogastronomico “…quanta t’ha fatt la liva auònne?” Tutto gli interessava e tutto osservava con il suo sguardo da eterno fanciullo, che irradiava simpatia e curiosità.
Dopo gli studi superiori ed il conseguimento del diploma di geometra, poco più che maggiorenne Rino inizia il suo percorso nel mondo del lavoro, chiamato dal papà Michele (che oggi riabbraccia in cielo insieme all’amatissima mamma Pierina) emigrato negli Stati Uniti a Detroit, dove lavorarono insieme alla Ford. Ma il soggiorno americano fu breve, perché nel frattempo gli fu comunicata l’assunzione al ministero per i BB. CC. e fece rientro in Italia, iniziando la sua carriera in Sovrintendenza, prima ad Agnone, quindi ad Isernia ed infine al Polo museale di Venafro. Da qualche anno era in pensione. Nel corso della sua attività professionale in Sovrintendenza ha saputo essere un punto di riferimento importante sia per i cittadini che per gli enti locali, istituzionali e religiosi, che spesso sono ricorsi a lui per finanziamenti, lavori, restauri e il disbrigo di pratiche correnti.
E guarda caso, proprio vicino agli uffici della Sovrintendenza ad Agnone, all’alba degli anni ’80, vi erano gli studi di “Radio Rama”, il microfono altra passione viscerale di Rino (come si vede anche dalla bella foto sul manifesto) DJ-conduttore di un programma dal titolo iconico “Music on the beach” dalle reminiscenze americane, divenne lo slogan per salutare ascoltatori e amici.
Nel frattempo siamo ancora nei primi anni ’80, Rino incontra a Trivento la donna della sua vita, la nostra carissima maestra Carmelina, decidono di mettere su famiglia e il 21 agosto 1983 si sposano. Arrivano gli amatissimi figli Michele e Nicole, per un quadro familiare perfetto.
Vennero poi gli anni del gruppo folkloristico “il Caccavo” (1994) di cui fu ideatore, fondatore e protagonista, un progetto straordinario, irripetibile, che coinvolse ragazze e ragazzi di Poggio che portavano in giro anche fuori dai confini nazionali le nostre tradizioni culturali, la nostra musica, il nostro costume, nonché il loro insospettabile talento che Rino riuscì a far emergere.
L’esperienza poi confluì e proseguì nel gruppo gemello “Ru Maccatur” di Carpinone. Una particolareggiata ricerca fu dedicata proprio ai costumi, intesi come vestiario d’epoca, confezionati ad arte dalle sarte poggesi anche loro coinvolte positivamente nell’esperienza del folklore che, e questo era il bello di Rino, aveva saputo contagiare tutto il paese.
Sempre a proposito di costumi, come non ricordare le sfilate della “Sposa poggese nel tempo” altra grande intuizione di Rino che tra il 2010 ed il 2018 seppe coinvolgere giovani e meno giovani, accanto a professionisti della moda, con un clamoroso successo di pubblico e critica. Allargando il campo, più in generale partecipò alle attività della pro loco e dei comitati feste nell’organizzare festività religiose e altri importanti eventi, sempre coinvolgendo più persone possibile. Manifestazioni irripetibili, a cavallo fra la fine del secolo scorso e i primi anni duemila che videro a Poggio artisti e spettacoli di livello, un periodo fecondo che arricchì la vita cittadina di interesse e visitatori.
Rino è stato anche uomo di sport, non solo per la sua sfegatata fede romanista già ricordata, sempre presente a tutte le manifestazioni, dalle infuocate partite del torneo rionale di calcio degli anni ’70-’80, fino alla carriera di arbitro federale di calcio. Membro del direttivo delle varie società sportive succedutesi, fu anche collaboratore del Circolo Tennis.
Ma la personalità di Rino ha avuto il suo connotato peculiare per tutta la vita, nell’impegno civile e politico iniziato giovanissimo davanti alla scuola nel movimento studentesco e finito in un dibattito sui problemi del paese al P. Ducale l’agosto scorso, quando nonostante la malattia già conclamata, ha voluto partecipare, intervenire e come sempre dare il suo contributo. La sua militanza nell’estrema sinistra e poi nel partito socialista, sempre con rivendicazioni e battaglie in favore dei più deboli e del nostro territorio. Siamo stati insieme amministratori comunali. Le sue competenze, la sua esperienza, la sua predisposizione al dialogo, al confronto e mai allo scontro, in anni difficili, furono un contributo determinante per il perseguimento del bene comune.
Gli faremmo un torto se oggi nella concomitante, ‘Giornata della Memoria’ non ricordassimo l’olocausto degli ebrei, uno dei grandi temi della sua ideologia insieme ad un forte richiamo al pacifismo, nella concezione e nella speranza di un mondo migliore. Idee e riflessioni fatte proprie da Rino, sapendo guardare anche oltre il ridotto perimetro del localismo.
Fra i ruoli pubblici ricoperti quello di membro del Consiglio parrocchiale tuttora in carica, la cui importanza è stata eloquentemente ricordata dal parroco don Paolo. La chiesa, questa di S. Vittoria e le molteplici altre di cui si era occupato per ragioni professionali, gli spalancano le porte della fede. Altra componente essenziale della vita di Rino. La fede non ostentata e forse non tanto praticata, nell’accezione comune, ma una fede certamente radicata, intima, sincera.
Una fede che da oggi dovrà sorreggere ancora di più Carmelina, Nicole e Michele per accettare questo impossibile distacco. La vita di Rino è finita presto ma è stata nobilitata dall’importante eredità che vi lascia: il patrimonio di amore, di marito e papà affettuoso, premuroso e presente, che vi saprà guardare e guidare anche dal Cielo.
Nostro carissimo Rino, ci siamo voluti bene. Ti salutiamo con l’allegria che infondevi in tutti noi, con la tua scanzonata gioia e “…tutto il resto è noia”.
Poggio Sannita, 27 gennaio 2024
Tonino Palomba

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