La transumanza è patrimonio culturale dell’Unesco, soddisfazione in Molise

Dopo giorni di attesa, la Commissione ha detto sì e la transumanza è diventata patrimonio culturale dell’Unesco, anche se immateriale. La migrazione stagionale del bestiame è stata iscritta, all’unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Grazie anche a questo successo, l’Italia acquisisce il primato di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare, superando Turchia e Belgio. L’Italia è prima anche per i beni materiali, davanti alla Cina.

Soddisfazione soprattutto a Frosolone, in Molise, paese-simbolo della transumanza in Appennino grazie soprattutto alla famiglia Colantuono che ancora pratica a piedi il percorso dalla Puglia all’Alto Molise con la propria mandria a maggio.

Va detto, però, che molti giornali – come Repubblica – stanno ricordando tra i luoghi simbolo della transumanza il Trentino, Amatrice, l’Irpinia e la Puglia, inserendo il Molise soltanto nell’elenco dei paesi da cui è partita la candidatura.

Soddisfazione è stata comunque espressa anche dai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dell’Ambiente, Sergio Costa per il parere favorevole espresso dai 24 Paesi durante il Comitato intergovernativo in corso a Bogotà, in Colombia.

Le comunità indicate nel dossier come luoghi simbolici della transumanza sono Amatrice (Rieti), da cui è partita la candidatura subito dopo il devastante terremoto, Frosolone (Isernia), Pescocostanzo e Anversa degli Abruzzi in provincia dell’Aquila, Lacedonia in Alta Irpinia in Campania, San Marco in Lamis e Volturara Appula (il paese del Premier Conte) in provincia di Foggia, insieme a territori della Lombardia, la Val Senales in Trentino Alto-Adige, e la Basilicata.

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