Il “Bar dei sogni” dei “Tabula Osca”



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ROMA – E’ stato registrato e mixato a Calenzano (Firenze), nello Studio Emme Recording di Marzio Benelli e Giulio Cercato. Un biglietto da visita di tutto rispetto per uno studio di registrazione di cui si sono avvalsi artisti italiani di primo piano, da Claudio Baglioni ad Antonello Venditti, dall’indimenticabile Mia Martini a Renato Zero. Fino ai Litfiba. E proprio le innovatrici sonorità del gruppo toscano di Piero Pelù possono costituire un riferimento ideale di questo “Bar dei sogni”, il secondo album musicale dei “Tabula Osca”, una delle principali band molisane del genere pop-rock.
Reduce dall’ormai lontano successo del primo album intitolato “Inutile come le favole”, autoprodotto nel 2007, la formazione di Agnone (Isernia) raccoglie quanto seminato in questi anni, tra festival, concorsi ed esibizioni nelle piazze coronati sempre da grandi consensi e meritate gratificazioni. Da ricordare, ad esempio, il primo posto al Festival della canzone italiana a cura di Red Ronnie o al secondo posto a “Un disco per l’estate” di Luca Ravera con Danny Mendez quale madrina. E ancora finalisti al Festival di Saint Vincent 2009 e al Bologna Music Festival (su oltre 1.200 partecipanti) con Fio Zanotti e Andrea Mingardi.
Ora la scommessa del secondo album, connaturato al bilancio delle esperienze fin qui condotte, alla naturale maturazione, all’ennesimo salto di qualità. Sonorità più robuste e profonde, tematiche che spaziano dalle sfere più intime ai grandi temi sociali, un “packaging” raffinato di grande spessore grazie alle illustrazioni del maestro agnonese Ruggiero di Lollo e alle immagini del fotografo termolese Francesco Mantino, segni di maggiori ambizioni per traguardi certamente più rilevanti.
Tra i brani del nuovo album, il passionale “Chimera”, una sorta di ballata senza tempo che racconta una storia d’amore vissuta nell’arco di una notte, è stato inserito nella colonna sonora nel film “40percento. Le mani libere del destino” di Riccardo Jacopino (tra l’altro regista del video “Profumo”), promosso dalla cooperativa sociale Arcobaleno (Gruppo Abele di don Luigi Ciotti) e presentato allo scorso Salone del libro di Torino. L’amore e la passione sono presenti anche nei brani “Immobile” (sensazioni di due ragazzi al tramonto in riva al mare), “Profumo” (storie parallele vissute con intensità), “Vento contro vetro” (una storia finita male), mentre nel brano “Il fondo del cielo” è l’amicizia a strutturare il senso della vicinanza (“Io sono qui se la luna uccide le tue stelle…”).
Andrea Cacciavillani, autore dei testi, si spinge nella dimensione delle tematiche sociali con il brano “Monologo”, dove la voglia di cambiare s’intreccia con i messaggi di speranza (“la voglia di cambiare in me stesso si agita come squalo nel sangue…”).
L’attuale formazione del gruppo è composta da Gabriele La Gamba (voce), Tonino di Ciocco (chitarra acustica e cori), Raffaele Di Menna (tastiere), Alessandro La Grotteria (batteria), Luca De Laurentiis (chitarra elettrica), Patrick Di Toro (chitarre e cori), Walter Robuffo (basso).
“I sogni a volte si avverano, a volte no. In un bar qualunque è nato il nostro sogno, basato su un’amicizia vera, e poi sulla voglia di poter realizzare qualcosa di concreto. E di concreto c’erano le poesie di Andrea e la musica di Tonino…. il cui connubio ha preso forma in questo album, che è parte integrante del Tour 2012 dei Tabula Osca – raccontano i protagonisti.
Ed ancora: “E in un bar i ricordi si mischiano, come un cocktail, alle facce. Facce sorridenti, assorte, misteriose. A quei volti conosciuti che ti salutano entrando e a quelli sconosciuti che ti fanno un cenno uscendo come a dirti che ci sarà un altro bar dove rivedersi. In un bar c’è tintinnio di bicchieri, acqua che scorre, frasi che non capisci, silenzio come continuo borbottio di parole. Ci sono i baristi che si muovono con i loro mezzi busti sulle pedane di banconi che sono come scrigni dai quali tirar fuori un desiderio. Ci sono bottiglie che vanitose si specchiano nei vetri mostrando a tutti le loro etichette e i loro colori. Sono sirene che ti chiamano per finire in bicchiere che (in base alle espressioni) è sempre mezzo vuoto, o sempre mezzo pieno In un bar ci sono ritorni di memoria, briciole sul bancone, mosche che ronzano tranquille aspettando il momento giusto per morire affogate in una goccia di rum. Nel bar ci sono echi rispettosi, pensieri shakerati, progetti che rimbalzano sui tavolini come palle magiche. Nel bar c’è la magia dell’ebbrezza e lo sconforto dell’ubriaco. C’è l’apatia dell’astemio e gelati che friggono nella brina. Ci sono dita imbrattate di fumo, tempo perso, cubetti di ghiaccio che si rilassano nei bicchieri tornando ad essere acqua. In un bar c’è anche la musica quella di tutti e quella personale…. quella che lasci dentro e quella che ti riporti dietro con te come un pacchetto di mentine. E poi ci sono i sogni… che nascono da tutto questo. Si uniscono a quei volti, ai ronzii, agli echi, si appoggiano sulle sedie, si specchiano sui banconi attraversano la musica e intanto attendono che voi entriate…”.

(G.C.)

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