Sergio Sammartino replica al settimanale “Oggi”



AGNONE (ISERNIA) – Sergio Sammartino ci ha inviato la sua replica ad un articolo apparso sul corrente numero del settimanale Oggi, dove un articolo di Mauro Suttora include un’intervista fatta allo stesso Sammartino, in qualità di presidente dell’Associazione “Majella Madre” per l’unità dell’Abruzzo-Molise.
“Tale intervista, svolta per telefono, con modalità e tempi di certo poco comodi – spiega Sammartino – ha dato luogo ad esposizioni sintetiche che rischiano di dare del mio pensiero un’idea non precisa, tanto più che nel testo impressioni ed asserzioni proprie dell’Autore si mescolano alle mie, dando un’impressione indebita di identità e di sovrapposizione.
Conosco l’annosa e collaudata professionalità di Mauro Suttora, per anni inviato negli Stati Uniti, acuto saggista ed analista di fenomeni di costume, che per giunta ha passato in Molise una parte dell’infanzia; e gli riconosco la difficoltà di concentrare in una pagina di rivista delle concezioni molto articolate – continua Sammartino.
“A maggior ragione – anche per rispetto a lui stesso e al suo autonomo sentire – mi sento obbligato a spiegarmi con tutti i Molisani, specie dopo che un sondaggio approntato da un giornale informatico regionale, ha rivelato una percentuale di favorevoli alle nostre posizioni pari addirittura all’80% (!)
Due sono i passi di quell’articolo che mi appaiono esposti a fraintendimenti. Il primo è quello in cui il Suttora, esprime la seguente riflessione: “…propone la cancellazione della Regione Molise…Tanto più che la seconda provincia molisana, Isernia, nata nel ’70, dovrebbe essere abolita, avendo solo 88 mila abitanti”.
Il lettore disattento potrebbe leggere erroneamente in queste parole un mio atteggiamento indifferente o peggio ostile verso la Provincia di Isernia.
Devo dunque precisare che personalmente – sottolineo “personalmente” – ritengo che quella provincia debba essere difesa in tutti i modi. Considero anzi la possibile riunione di Abruzzo e Molise, il modo principale per salvarla, dato che il passaggio di Comuni da una provincia all’altra della stessa Regione risulta molto più facile del passaggio di Comuni da una Regione ad un’altra, ed unire Abruzzo e Molise potrebbe favorire l’ingresso nella provincia di Isernia di molti Comuni del basso aquilano, che a questo aspirano da tempo. Questo mio parere personale non ho mai mancato di esprimere oralmente e per iscritto nell’ambito della produzione di “Majella Madre”, pur ammettendo che tra gli associati – provenienti da zone assai varie del Molise e dell’Abruzzo – le posizioni affettive e politiche di tanti, verso quella provincia, possono divergere dalle mie.
La conclusione dell’articolo, poi, mi attribuisce queste parole, estrapolate da un discorso lungo e complesso sulla figura di Antonio Di Pietro: “Speriamo che allarghi i suoi orizzonti e punti alla guida del nuovo, grande Abruzzo-Molise”. Sembrerebbe che io sia un “dipietrista”. In realtà, senza nulla togliere alla persona del famoso molisano e pur condividendo alcune sue proposte legislative, ho estratto quel concetto da un mio articolo molto critico verso di lui, uscito sull’Avanti del 20 aprile scorso. Gli rimproveravo di aver accantonato i propositi di riunificazione dell’Abruzzo-Molise, così come li aveva velatamente espressi in alcune uscite pubbliche all’inizio della sua “avventura” politica.
In ultimo devo chiarire – anche per rintuzzare certi squallidi tentativi di inquinare il dialogo – che gli intenti di “Majella Madre” non sono certo “contro” i Molisani (i quali sarebbero invece “difesi” da certi paladini della cosiddetta “autonomia”). Noi siamo consci che l’autonomia si è trasformata in isolamento e l’isolamento in soffocamento. E crediamo che il bene dei Molisani sia recuperare una area di attività, di scambio e di identità più ampia che dia loro maggior respiro culturale, politico ed economico. E crediamo che risparmiare tutti i milioni che costa ai Molisani il mantenimento di un apparato politico regionale che fagocita pressappoco tutte le risorse, possa servire a investire in migliorie produttive. Come ha scritto Enzo Delli Quadri: “Se si deve scegliere tra il conservare un simulacro di autonomia istituzionale ed i diritti dei cittadini, non c’è discussione. Prima la sanità, la scuola, i trasporti locali, l’assistenza sociale e poi la burocrazia”. Siamo molisani anche noi. E sappiamo esserlo al meglio.

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