Tutte le fontanelle si son seccate…



Davvero strano quello che sta succedendo in alcune zone della Capitale. Alcune fontanelle romane non cacciano più acqua. L’ultimo avamposto del bene pubblico per eccellenza, ribadito dal recente referendum sull’acqua pubblica, sembra soffrire della concorrenza dei privati. Almeno così si maligna.
Nei giorni scorsi, a confermare i malumori, una lettera giunta al quotidiano “Il Messaggero”. La mail, firmata Carlo, è chiara: “Vorrei segnalare il seguente abuso da parte della società che gestisce la stazione ferroviaria Termini di Roma: da circa un anno, tutte le fontanelle presenti nella stazione non erogano più acqua, con grave disagio delle decine di migliaia di viaggiatori che, quotidianamente, percorrono la più grande stazione ferroviaria d’Italia. Alcuni giorni fa, mi sono rivolto ad un agente della Polizia ferroviaria per chiederne spiegazione – continua il lettore – e questi mi ha risposto, sogghignando: “Vuole sapere perché l’acqua non esce più dalle fontanelle? La risposta è semplice! E’ per permettere ai vari bar presenti nella stazione di vendere le bottigliette dell’acqua da 1/2 litro ad 1,5 euro l’una”.
A pensar male non si fa peccato. Così, anche l’improvviso prosciugamento di qualche storico “Nasone” nel centro storico (ma anche a ridosso dei lavori per la nuova metropolitana) non promette nulla di buono. Forse, se ci fosse un po’ più di sensibilità per questi temi, bisognerebbe indire uno sciopero dell’acqua minerale acquistata presso bar e carrettini ambulanti sempre più esosi. La difesa dell’acqua pubblica passa anche per queste scelte radicali…

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