CHARLES MOULIN



Altri protagonisti

Oltre ai “nomi più celebri” (raccolti nella sezione precedente), esistono tantissime persone d’origine molisana che si sono fatte onore nel proprio ambito. A loro abbiamo pensato (e intendiamo onorare), dando vita a questa sezione.
Essendo, però, davvero numerose le persone d’origine molisana sparse per il mondo, risulta difficile comporre una galleria sintetica di “protagonisti”.
L’elenco, pertanto, diviso nelle sottovoci “Italia” ed “Estero”, vuole essere puramente esemplificativo, ovviamente aperto ad ulteriori segnalazioni.


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Charles Moulin nacque a Lille il 6 gennaio 1869. Compagno di studi e amico di Matisse, nel 1896, dopo aver vinto a Parigi il premio Roma per la pittura, venne in Italia invitato dall’Accademia di Francia a villa Medici (Roma).
Tornato a Parigi nel 1898 espose il quadro il “Peccato originale” che gli procurò grande notorietà.
Nel 1911 tornò in Italia e affascinato dalle montagne molisane soggiornò a Castelnuovo al Volturno nei pressi di Scapoli (Isernia). Rimase talmente incantato dalla natura dei luoghi da non stancarsi mai di dipingere.
L’ammirazione per le teorie di Rousseau lo portarono ad attuare un sistema di vita proteso verso il mondo naturale comprendendolo e annullandosi in esso con grande entusiasmo.
Rientrato in Francia espose le tele realizzate in quei luoghi ameni che si ispiravano a quei panorami selvaggi e superbi. A Parigi vinse altri premi e alla ” Mostra del Salone” venne dichiarato fuori concorso.
Dopo la parentesi della prima guerra mondiale, occasione in cui servì la patria, a causa dell’età e degli acciacchi fece ritorno stabilendosi definitivamente a Castelnuovo al Volturno. Qui, in mezzo ai boschi e alle montagne, Moulin si sentì libero di vivere e dipingere. Ciò lo indusse a condurre una esistenza da eremita. 
Spesso si nutrì di erbe di radici, scegliendo come dimora una caverna o una casupola all’ingresso del paese.
Uno zampognaro che si offrì da modello, gli fece scoprire quei luoghi incantevoli, che fino alla fine dei suoi giorni tradusse su cartoni e tele. 
Per ricambiare l’ospitalità degli abitanti di Castelnuovo, Moulin impartì lezioni di francese ai bambini, confezionò tisane per gli ammalati, fabbricò piccoli oggetti, realizzò disegni che poi regalò.
Felice di quella condizione, rifiutò un assegno vitalizio accordatogli dall’ Accademia di Francia.
La gente del posto conserva di lui una immagine leggendaria e continuò fino alla sua morte a chiamarlo con il nome di ” Mussiè Mulà “.
Il suo ultimo ritratto fu quello di Suor Pia, iniziato nella clinica Pansini (Isernia), ed è rimasto incompiuto a causa della sua morte sopraggiunta il 21 marzo 1960. L’artista è sepolto nel cimitero di Isernia.
Alcune sue tele oggi sono conservate nei musei di Versailles e di Lille. Charles Moulin, dopo un inizio neoclassico, abbandonò l’olio per il pastello in quanto più idoneo a fissare le impressioni con luminosità e freschezza. 
Il colore e la composizione divennero i punti fondamentali Il pittore è entrato nel mito nonostante fosse lontano dai circuiti dei mercati d’arte, tanto che il 7 settembre 1969, nel centenario della sua nascita ne è stata organizzata una retrospettiva, in occasione della XVIII Festa Nazionale della Montagna, celebrata sulle Mainarde.
Fonti: Forche Caudine e Regione Molise
DOCUMENTO
Articolo di Giampiero Castellotti su Charles Moulin: “Genialità in una grotta”
 

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