di Umberto Berardo
Su tutti gli organi d’informazione leggiamo lettere ed articoli di protesta sul piano di dimensionamento scolastico appena varato dal consiglio regionale del Molise.
Quando la giunta lo ha approvato e trasmesso alla commissione competente, si è capito subito che si trattava di un’impostazione che non era certo diretta a salvaguardare il pieno diritto allo studio dei cittadini e che peccava di stranezze ed approssimazioni.
Proprio per tentare di far riflettere istituzioni ed opinione pubblica sulla questione a fine ottobre 2010 si è costituito a Campobasso un comitato promosso da Umberto Berardo, Leo Leone, Francesco Martino, Franco Novelli, Franco Santagata, Mario Santella, Libera Molise, Forum del Terzo Settore, Confcooperative, Lega delle Cooperative , Agci, Uciim.
Riprendendo i lavori di un meeting già tenuto a Trivento (Campobasso) nella primavera del 2009, tale comitato si è premurato di organizzare un documento con una proposta organica da presentare all’assessore Di Sandro ed alla commissione consiliare.
Tale documento, elaborato alla base da un gruppo di cittadini e da talune associazioni, ha messo in cantiere un piano di sistema scolastico regionale sul quale non c’è stato neppure l’onore di un confronto con l’assessore o con la commissione regionale.
Il progetto è stato messo al centro di un convegno organizzato a Campobasso il 9 dicembre 2010 al quale, oltre agli esponenti politici regionali e provinciali, sono stati invitati tutti i partiti, i sindacati, le organizzazioni degli studenti e dei genitori e naturalmente la cittadinanza.
Ebbene, se escludiamo il direttore dell’ufficio scolastico regionale, Fabio Iodice, l’assessore alla provincia di Campobasso, Annamaria Macchiarola, e pochissimi dirigenti scolastici, il livello istituzionale, i docenti, gli studenti, i genitori, le forze politiche ed in generale l’opinione pubblica erano assenti.
Anche se pochi, i partecipanti all’incontro si sono confrontati sollecitando una riflessione tra i cittadini che purtroppo non c’è stata ed è per questo che il consiglio regionale ha potuto varare un piano di dimensionamento che sicuramente aggiunge nuove precarietà ad un sistema scolastico con un’offerta formativa già penalizzata dai tagli delle ultime finanziarie.
Sia ben chiaro: queste riflessioni non hanno né lo scopo di rivendicare primogeniture, né tanto meno quello di presentarsi come i Soloni di turno.
Vorremmo solo far riflettere i Molisani che l’assunzione di responsabilità nella gestione delle soluzioni dei problemi della collettività o avviene per tempo, rivendicando concretamente e nelle modalità politiche più opportune i propri diritti, oppure, quando è tardiva e generica, diventa chiacchiericcio o polvere negli occhi da parte di chi magari cerca di tener buoni elettori ed iscritti a forze politiche o sindacali.
Il piano di dimensionamento scolastico è passato, ha provocato i danni che tutti lamentano ed ora aspetteremo altri tre anni per sentire ancora solo lamentele?
Io credo che un atteggiamento utile non sia la critica a posteriori sulle decisioni delle classi dirigenti, ma l’inserimento propositivo, sia pure alternativo, nelle soluzioni che riguardano i problemi di vita intorno a noi.
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